Chiesa di San Giuseppe

Imboccando l’unico vicolo che da Piazza Federico Cesi porta al cuore del Borgo, si entra in via S. Giuseppe e, pochi passi dopo, si incontra la chiesa dedicata al Santo.
Il vicolo di S. Giuseppe, accompagna i passi di chi lo imbocca, con una famosa citazione di Galileo Galilei, lo scienziato Pisano divenuto parte dell’Accademia dei Lincei, fondata dal Duca Federico II Cesi.

“L’intenzione della umana scienza esser d’insegnarci come vadia il cielo e non si vadia al cielo. L’intenzione dello Spirito Santo esser d’insegnarci come si vadia al cielo e non come vadia il cielo”

Ed ecco, alla vostra sinistra, il piccolo gioiello della chiesa di San Giuseppe. L’edificio si trova all’interno della Contrada di San Cristoforo. 
La confraternita di San Giuseppe, che esisteva già nel XIV secolo era una delle più antiche confraternite del territorio e probabilmente venne fondata a seguito di una predicazione di San Bernardino da Siena, fondatore di numerosi Monti di Pietà e grande francescano.

Lo scopo della confraternita era quello, ovviamente, di promuovere il culto a San Giuseppe, in onore del quale si organizzava una grande fiera che durava dal 12 marzo (giorno di San Gregorio) al 19 marzo (Giorno di San Giuseppe). Fino ad oggi sono sopravvissute le due fiere che segnavano l’inizio e la fine di questo grande mercato.

Non solo fiere, ovviamente, perchè la confraternita si adoperava ad aiutare economicamente le famiglie ebree povere presenti sul territorio, come dimostrano i registri della confraternita.
E’ un particolare incredibilmente interessante, perchè ci conferma la presenza di una piccola comunità ebraica – probabilmente perchè Acquasparta era luogo di fiere e mercanti – che lentamente si convertirono al cristianesimo.

Furono proprio i membri della confraternita a chiedere al vescovo di Todi il permesso di poter costruire una chiesa dedicata al Santo trasformando alcune case della famiglia Sensini, ormai disabitate. Il vescovo concesse il permesso e la chiesa, nelle fattezze attuali, venne portata a termine nel 1742, come dimostra l’iscrizione su una delle pietre del campanile.

Durante il Romanticismo la chiesa venne abbellita con l’altare in legno tutt’oggi visibile, opera di un artigiano acquaspartano di nome Antonio Olivelli. L’altare venne costruito per ospitare la tela raffigurante San Giuseppe con Gesù Bambino, donata da Agata Mimmi Moretti, sorella di Giovanni Mimmi, parroco di Acquasparta, devoto a San Giuseppe al punto che si fece seppellire sotto il pavimento di questa chiesa, come ci racconta l’iscrizione che si trova sul pavimento.

La tela è un’opera molto particolare poiché per una volta la figura si San Giuseppe è protagonista insieme a quella di Gesù e non posta in secondo piano. Gesù, d’altro canto, indica con un dito una nube posta sopra l’altare, come a voler confermare che egli stesso è stato generato dalla “nube” e non da un uomo.
Di lato all’altare, una scultura di Giovanni Dupré, raffigura il Santo. La statua venne donata dalla famiglia Itria – Sciarra.

La statua, in terracotta, rappresenta sempre San Giuseppe con in braccio il Bambino, ma per una volta il Santo non viene rappresentato come un vecchio, ma come un giovane uomo, nel pieno della sua maturità e della sua bellezza e il suo volto, pare quasi somigliare al volto di un Cristo adulto.

Il Bambino spalanca le braccia a forma di croce e San Giuseppe sembra quasi volerlo trattenere dal compiere quel gesto profetico che pare preannunciare la sua passione e la sua morte.